“Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo” in mostra al Museo del Tessuto di Prato

Ha aperto i battenti ieri, domenica 14 maggio 2017, la mostra allestita presso il Museo del Tessuto di Prato “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo”, un percorso espositivo unico e inedito focalizzato su un secolo ricco e complesso come il XVIII secolo. A contribuire all’organizzazione della retrospettiva il Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi, il Museo Stibbert di Firenze, con cui il Museo pratese, con l’inaugurazione di questa mostra, ha sancito uffialmente l’inizio della loro collaborazione, e il Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como. Con il patrocinio e il contributo, inoltre, del Centro di Firenze per la Moda Italiana e la partecipazione come main sponsor di ESTRA, la holing toscana considerata uno dei primi dieci gruppi industriali per vendita di energia in Italia.

“Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo, allestita nella sala dei tessuti antichi del Museo da maggio 2017 a fino aprile 2018, rappresenta un unico e inedito viaggio nell’evoluzione dello stile, del gusto e della moda, in un secolo ricco e straordinario come il Settecento europeo – spiega nell’introduzione del catalogo edito da SilvanaEditoriale che accompagna la mostra il Presidente della Fondazione Museo del Tessuto di Prato Francesco Nicola Marini – Un viaggio che abbiamo costruito grazie alla preziosa e generosa collaborazione di molte istituzioni pubbliche e private, che ha dimensione tutt’altro che occasionale. Si inaugura infatti, assieme alla mostra, un accordo di collaborazione pluriennale con il Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi, che pone le basi per un programma di valorizzazione comune delle nostre collezioni e di iniziative culturali sui temi del costume e della moda antichi e contemporanei”. “Credo inoltre che le iniziative di valorizzazione su questi temi siano occasioni importanti per rinnovare la consapevolezza degli operatori del comparto moda e del grande pubblico su quanto profondi siano i legami della creatività e del design contemporano con il saper fare della nostra tradizione”.

Quando

La mostra è stata inaugurata domenica 14 maggio 2017 e rimarrà aperta al pubblico fino ad aprile 2018. Durante la sua esposizione, data la lunga durata, sarà prevista la sostituzione di alcuni oggetti, che, eventualmente, non sarà altro che un invito nei confronti del visitatore a tornare a visitare la mostra un’altra volta, al fine di scoprire nuovi masterpiece del Settecento.

Cosa vedere

Oltre 100 oggetti tra capi d’abbigliamento maschili e femminili, porcellane, oggetti d’arredo, dipinti e incisioni.

La prima parte è dedicata all’esotismo. Alla fine del Seicento giungono in Europa, da Paesi come la Francia, la Danimarca, l’Inghilterra e l’Olanda, beni di lusso come le lacche, le porcellane, i tessuti e i dipinti su carta provenienti da India, Cina e Giappone. Questi affascinano l’Occidente tanto da far sorgere la volontà di una profonda trasformazione del gusto, che ricade sulle produzioni delle maggiori manifatture europee, ed in particolare di quella francese. Dalla Francia, infatti, provengono i tessuti di inizio Settecento rococò, che unisce elementi naturali ed esotici, per poi dar vita ad uno stile eccentrico come il Bizarre, naturalistico come il Revel o come il lezioso Dentelles che imita l’effetto dato dai merletti. Presenti anche i tessuti in seta e in filati metallici appartenenti ad uno degli enti prestatori, la Fondazione Antonio Ratti di Como. La parte centrale è dedicata alla riscoperta dell’ornato dell’arte classica, esponendo oggetti preziosi come il volume del 1756 di Giovan Battista Piranesi, i bottoni cammeo ad opera della manifattura inglese Wedgwood, i ricami del gilet maschile degli anni Settanta del Settecento di proprietà del Museo Stibbert, ma non solo. Verso la fine del secolo, poi, si inizia a vedere un alleggerimento della decorazione, di pari passo al diffondersi del pensiero razionalista, dove le righe lasciano spazio ad una palette monocromatica, e quindi a nuance come il bianco, il rosa pallido, il verde acqua, il celeste e il giallo chiaro. Allo stesso modo, anche la moda segue lo sviluppo culturale e sociale del tempo passando dai fasti delle corti alla dimensione imprenditoriale borghese del quotidiano. In prestito dal Museo di Palazzo Pretorio, e da alcune gallerie antiquarie fiorentine, infine, una serie di dipinti che ritraggono elementi come la natura morta di fiori e frutta, paesaggi animati, antiche rovine o scenette popolari.

Dove

La mostra è allestita all’interno della sala dei tessili antichi del Museo, l’area più antica dell’ex opificio Campolmi. 8500 metri quadrati di archeologia industriale tessile toscana (presente nella sede di Prato dal 2013) recuperata dal Comune di Prato per trasformarla in un importante polo culturale cittadino, sede del Museo e della Biblioteca Lazzerini. Qui, a conquistare l’attenzione dei vistatori, in primis, sono gli affascinanti affreschi del Tiepolo proiettati sulle volte a crociera della sala ideati per rievocare i grandi soffitti affrescati del tempo.