Female first: intervista a Michael Kors

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Questa intervista è contenuta all’interno dell’ultimo numero di Book Woman (N.17) a cura di Cinzia Malvini.

“Prima di tutto la femminilità”, mi dice Michael Kors. L’appuntamento per la nostra intervista è alle ore 8:30 del mattino negli studios di Varick Street, il luogo preferito dal designer americano per presentare le sue collezioni durante la New York Fashion Week. Io arrivo con mezz’ora abbondante di anticipo, con gli americani non si sa mai ed è sempre meglio essere più efficienti di loro. Ragazze belle e di nero ben vestite si muovono veloci in un attivismo nervoso che prende il passo svelto delle sneakers rigorosamente bianche o quello più rallentato di un necessario tacco 12 destinato a scomparire nelle maxi borse un secondo dopo la fine dello show. Auricolari, caffè, sorrisi gentili o formali, la palpitazione della sfilata alle porte, nell’aria. Michael Kors è lo stilista orgogliosamente americano, divenuto oggi un brand mondiale grazie a uno stile capace di unire glamour, sensualità, sport: lo chic come must, la bellezza femminile come manifesto. “Ho sempre pensato che l’abbigliamento delle donne sia anche una fortissima arma per esprimere al meglio il proprio carattere. La forza della bellezza è quella che un vestito aiuta a mettere in luce. Ed è anche il senso del mio lavoro”, racconta.

Qual è il punto di partenza delle sue collezioni? C’è sempre un fil rouge che lega tutto?

L’ottimismo unito alla certezza che una donna ben vestita e curata può sentirsi anche più protetta. Sono un appassionato del lusso e di un glamour che sembra quello dell’età dell’oro, ma questo non mi porta lontano dalla realtà. Io disegno abiti per donne che escono di casa e vanno a lavorare, come per le celebrità che ovviamente hanno un vita molto diversa e più complessa per altri aspetti. Il filo che unisce queste due realtà è il comfort e lo chic; penso che per sentirsi sicuri di sé bisogna essere a proprio agio, stare bene nell’abito che si indossa, sia che si tratti di un vestito da sera o di una semplice T-shirt bianca e jeans. Ma la T-shirt deve essere perfettamente bianca!

Qual è la formula della femminile sensualità del suo stile?

La sensualità è sicurezza. Non significa necessariamente indossare un abito attillato e una scarpa con tacco stiletto. Si può essere straordinariamente sexy e femminili con un pantalone morbido e un maglione maschile, come quello del boyfriend. L’importante è sapere che cosa valorizzare, non solo del proprio aspetto, ma anche del carattere. Io aiuto le donne a scoprire il loro lato più bello, sotto entrambi i punti di vista.

Come definirebbe la collezione per questa primavera?

Intimamente elegante, romantica, giocata su combinazioni di capi che regalano il senso dello chic sartoriale a colpo d’occhio. Ho voluto le ruches, un segno di super femminilità, ho scelto stampati floreali, ma non troppo sdolcinati, i toni del bianco e del blu, le sfumature del color sabbia. Ho puntato ancora con maggior forza sulla sensuale attitudine di abiti che ti abbracciano come degli amici. Capi nei quali una donna ama vivere.

Lei è riconosciuto come un grande interprete della moda americana, pragmatica, ma anche molto ladylike. Uno stile che in qualche modo fotografa New York dove vive e lavora e dove la sua moda è cresciuta in modo esponenziale. Che valore ha per Lei questa città?

Un valore enorme. La collezione che state per vedere (F/W 2017-18, ndr) è dedicata proprio alla vita in una grande città, una metropoli veloce come New York, la città più veloce del mondo, dove la gente si sposta in continuazione tra Uptown e Downtown, ma vuole comunque essere chic anche in un modo più speciale, personale. Questa è anche la grande diversità di volti e tipi femminili che vedi per le strade: è incredibile anche semplicemente stando alla fermata della subway a New York osservare quanto sia diversa la gente che vive qui. E quanti differenti tipologie femminili tu possa riconoscere nelle strade della città. In fin dei conti la strada di New York è davvero la più grande passerella del mondo. Ho voluto riportare questo concetto nella mia sfilata, una sorta di Nazioni Unite della moda anche per il casting eterogeneo: ci sono modelle di diversa età e taglia, ragazze molto giovani, ma abbiamo in passerella anche ben sette mamme. E poi amiche storiche come Amber Valletta. Sono felice di questa scelta.

Che cosa guarda, che cosa la colpisce di una donna per strada?    

Il modo in cui si muove, il movimento della pieghe di una gonna o delle frange. Le ho messe in abbondanza in questa collezione, perché trovo che siano una straordinaria arma di seduzione, proprio come un colpo di vento che cattura la camicia bianca estiva che sembra quella del tomboy. In entrambi i casi, puoi indossare indifferentemente stivali con il tacco alto o il sandalo flat. Non importa che tu sia magra o più morbida, io amo vestire differenti tipi di donna per regalare un unico inconfondibile stile. Questo è il mio lavoro.

Michael Kors S/S 2017 collection

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