Gruppo Casillo in continua crescita. Intervista al direttore commerciale Carlo Canelli

ronnie-contact-1-350x480L’intervista è contenuta all’interno dell’ultimo numero di Book Bambini (n.27).

(Guarda anche l’intervista ad Antonio Casillo, nuova generazione alla guida dell’azienda, su cmchannel.com: http://cmchannel.com/site/it/2017/07/gruppo-casillo-in-continua-crescita/)

Novità, progetti e strategie del Gruppo Tessile Fratelli Casillo, da oltre trent’anni nel childrenswear, nelle parole del direttore commerciale e marketing Carlo Canelli, dal progetto presentato durante la penultima edizione di Pitti Bimbo insieme a Jeckerson, ultima licenza arrivata in casa, per dire no al bullismo, alla grande notizia che vede sbarcare Gaialuna nel mondo del programmato.

A proposito dei brand di proprietà del Gruppo Casillo (Yclù, Ronnie Kay, Gaialuna, To be too) quali sono le novità più importanti per la prossima stagione?

La novità più importante è senza dubbio lo sbarco di Gaialuna nel mondo del programmato, proprio come è avvenuto lo scorso anno per Ronnie Kay. Questo progetto è figlio di una strategia ben chiara dei fratelli Casillo, quella di volere diversificare i brand di pronto moda come To be too da quelli di programmato come Y-Clù, Ronnie Kay e Gaialuna, cercando di arrivare al consumatore finale con proposte che soddisfino le diverse esigenze e occasioni d’uso.

E invece per quanto riguarda la licenza di Jeckerson?

Con Jeckerson presenteremo una capsule collection dedicata al mondo del golf, cercando di riportare in essere le origini del marchio. Ci saranno anche i famosi pantaloni con le patch che raffigureranno la bandiera Usa, a seguito del modello già molto apprezzato nella primavera/estate in corso con la bandiera cubana.

Durante la penultima edizione di Pitti, inoltre, Jeckerson ha ideato e promosso la campagna Jeckerson dice #nobullismo, come è nata questa idea?

L’idea nasce dalla presa di coscienza del fenomeno, ormai dilagante: abbiamo pensato che avremmo dovuto fare qualcosa per far sentire la nostra voce.

In che modo il mondo della moda può intervenire contro dei fenomeni sociali come il bullismo e il cyberbullismo secondo il suo punto di vista?

Il mondo della moda può e deve dare un grande contributo per debellare questo fenomeno, attraverso la sensibilizzazione e l’informazione. Se tutti noi, attori di un sistema che più di ogni altro è visto come potenziale di emulazione, riusciamo a far passare il concetto che non è “figo” essere tacciati di bullismo, sicuramente riusciremmo a dare un forte messaggio ai ragazzi.

Quali sono i risultati che siete riusciti a ottenere?

Abbiamo programmato, in collaborazione con l’associazione A.I.PRE.B. di Teresa Manes, un tour nelle scuole che partirà dal prossimo settembre, del quale Jeckerson, grazie al ricavato delle vendite della collezione autunno/inverno 2017, sarà sia partner sia sostenitore.

Il Gruppo Casillo si occupa di abbigliamento per bambini da oltre trent’anni, qual è il segreto per arrivare a un traguardo simile?

Per arrivare a simili traguardi non c’è un solo segreto, ma piuttosto un mix di elementi: passione per il lavoro, forte competenza sul prodotto, grande visione strategica, apertura mentale e soprattutto condivisione dei successi con tutti i collaboratori.

A proposito del retail, recentemente avete stretto un importante accordo con il Gruppo Coin per l’apertura di alcuni corner all’interno dei department store, come sta andando?

Stiamo per completare la seconda stagione all’interno dei negozi Coin, abbiamo avuto un buon riscontro e il nostro partner è soddisfatto. Infatti, nella prossima stagione apriremo altri cinque corner, sempre più vicini agli shop-in-shop, dove caratterizzeremo gli spazi con i nostri arredi e avremo nostri venditori all’interno.

Ci sono altre iniziative retail in programma? Nuovi opening?

Stiamo portando avanti delle partnership per alcuni punti vendita To be too, abbiamo in previsione dieci nuove aperture entro la fine dell’anno.

Quali sono i Paesi in cui siete più forti? E quelli su cui avete intenzione di puntare maggiormente nel breve periodo?

L’Italia resta il punto di forza e c’è ancora da crescere. In Europa lavoriamo bene in Portogallo, Spagna, Montenegro, Russia. Recentemente abbiamo partecipato a una fiera a Shanghai, presentando tutti i marchi di proprietà e raccogliendo l’interesse di buyer e agenti del settore.

Come sta andando il mercato del kidswear in Italia e all’estero?

In Italia le stime dell’ultimo anno confermano i trend del 2015, con una crescita dei consumi pari all’1,2%. Abbiamo un mercato composto da più di 8 milioni di bambini tra gli 0 e i 14 anni, nell’ultimo semestre abbiamo registrato un sensibile incremento della domanda interna, con la bambina al primo posto nella torta dei sell out. Il mercato estero concorre al 38% del tournover settoriale, con la crescita delle esportazioni in primis verso il Regno Unito, seguito dalla Germania e dalla Francia. La Spagna dopo il boom del 2015 fa registrare i primi rallentamenti della domanda, così come la Cina e la Russia.

Secondo lei quali sono le principali differenze rispetto a quello dell’adulto?

I mercati sono diversi e non equiparabili, poiché differenti le esigenze di acquisto e utilizzo dei prodotti. A ogni modo, il mercato del bambino ha un range molto più stretto rispetto al prezzo e all’interno di tale range si devono collocare tutti gli operatori con tutte le loro offerte di prodotto.

Ricopre il ruolo di direttore marketing del Gruppo, quali erano gli obbiettivi che si era posto e quali ritiene di aver raggiunto?

All’inizio della mia collaborazione con la famiglia Casillo uno dei primi argomenti di programmazione è stato il marketing aziendale. In una generazione ormai 2.0 le aziende di moda hanno aumentato gli investimenti pubblicitari per le “sponsorizzazioni” sui social network, così nasce la nostra esigenza di concentrare le strategie Mkt sull’online. I brand, grazie ai social network, hanno la possibilità di portare avanti strategie forti e mirate a un target specifico di utenti. L’obiettivo di una comunicazione di questo tipo è, oltre a voler raggiungere gli utenti e fidelizzarli, quello di vedere e analizzare cosa gli amanti del fashion vogliono e il modo in cui fruiscono le scelte aziendali. Noi abbiamo pianificato una comunicazione che vada in quella direzione con l’obiettivo di rendere il messaggio finale ai nostri utenti più “short”. Proprio per questo, nel nostro nuovo percorso digital, abbiamo inserito varie collaborazioni con i più importanti influencer sia italiani sia internazionali. Mi ero poi preposto di alzare l’asticella della distribuzione e ci siamo riusciti e inoltre di riuscire a comunicare una differenziazione netta di così tanti marchi che spesso erano acquistati dagli stessi clienti. Infine, far sentire la nostra voce all’interno di una manifestazione importante come il Pitti Bimbo era fondamentale: nell’ultima edizione ci siamo presentati finalmente con uno stand unico che ha rappresentato la nuova casa del Gruppo Casillo.

Quali ancora invece vorrebbe realizzare nel futuro?

La sfida principale che vorrei vincere è quella di spostare il campo della competizione dal prezzo sul prodotto, quindi, riuscire ad arrivare ai consumatori finali, vendendo loro la storia di un’eccellenza italiana.

C’è qualche progetto che avete in cantiere di cui ci vuole dare qualche anticipazione in esclusiva a Book Moda?

Ci sono delle trattative in corso per realizzare delle limited edition del brand di punta del Gruppo Casillo, Y-Clù, con una multinazionale dell’intrattenimento. Ma il progetto più importante è sempre quello che deve ancora venire…

foto3 foto2