Una sfolgorante galleria di immagini che documentano l’evoluzione della gioielleria nel Novecento, preceduta da un documentatissimo saggio che racconta il “secolo breve” visto dalla particolare prospettiva dei monili d’autore. Ecco i contenuti del volume “Gioielli dall’Art Nouveau al 3D Printing”, edito da Skira e curato da Alba Cappellieri, professore ordinario di design del gioiello e dell’accessorio moda al Politecnico di Milano e direttore del museo del gioiello nella Basilica Palladiana di Vicenza, il primo museo italiano dedicato al gioiello. Tanti i protagonisti citati: Lalique, Cartier, Boucheron, Tiffany & Co., Buccellati, Fabergé, Van Cleef & Arpels, Bulgari, ma a sorpresa appaiono creazioni anche di architetti e designer come Ettore Sottsass, Paolo Portoghesi, Bruno Munari, Marc Newson. Da notare anche il cambiamento nella percezione del gioiello: mentre agli inizi del secolo scorso era considerato tale soltanto se realizzato in oro o platino con incastonate pietre preziose, in seguito ha assunto dignità anche l’accessorio moda, tanto che invenzioni di Gianfranco Ferré o Ken Scott non hanno un impatto estetico minore rispetto ai classici prodotti orafi. Infine, l’evoluzione della tecnologia, con procedimenti che spesso sono rimasti gli stessi nel tempo e altri che sono talmente mutati fino ad arrivare alla creazione di gioielli con la stampa 3D, con risultati che un tempo sarebbero stati impensabili.