Finamore tra passato e presente, con il debutto della nuova linea 170 a 2

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Se solo Carolina sapesse che cosa è diventata ora la sua bottega.
Fu lei infatti a dare il via a tutto nel 1925, a riconoscere nel fatto a mano un valore estremamente affascinante e unico, che nella tradizione partenopea si traduce nella parola “sartorialità”, così ambita e ammirata da tutto il resto del mondo, e a cui la sua famiglia ha dato il nome di Finamore.
Una storia passionale nata perciò moltissimi anni fa nel primo laboratorio situato nel centro di Napoli e guidato dalla Signora Carolina, impegnata con tanta minuzia a cucire le sue camicie su misura per una clientela selezionata. Un talento tramandato di generazione in generazione: a suo figlio Alberto e a sua moglie Stefania, e poi, a Simone, Paolo, Andrea ed Annamaria.

 

Simone Finamore

Perfetti interpreti dell’autentico gusto per il bello e per il buon vestire che oggi fa il giro del mondo, trovando “casa” nelle vetrine delle più rinomate boutique di abbigliamento e department store.
Come, ad esempio, l’ultima nata in Casa Finamore, la linea 170 a 2. Attualmente in negozio. La sua peculiarità?

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La preziosità del tessuto naturalmente. Il tessuto Smeraldo 170 a doppio ritorto in ordito e trama, reso lucente alla vista e morbido al tatto grazie alla presenzia di un finissimo puro cotone egiziano Giza 45, a fibra lunga e sottile tessuto Smeraldo 170. Che rende la camicia leggera e facile da indossare. E con un prezzo più accessibile. Pur mantenendo invariata la qualità della materia prima che, per Finamore, non conosce compromessi.
Ma al contrario rappresenta un patrimonio, anche culturale, tutto italiano da esportare nel mondo. Aspetto molto caro all’azienda che, a questo proposito, ha stretto da tempo una valorosa collaborazione in qualità di sponsor ufficiale con il Teatro di San Carlo di Napoli. Una magica combinazione tra tradizione sartoriale e musicale a cui il marchio partenopeo ha reso omaggio presentando durante l’edizione estiva di Pitti Uomo una capsule collection denomimata “Opera”. Focus sulla camicia da smoking, tinta in capo, realizzata a mano, e proposta con pettorine meno squadrate, nelle varianti nido d’ape o plissé, con abbottonatura coperta e non, e con una palette di colori inedita. Così da poter rendere il capo fruibile di sera, ma anche di giorno. Una personale interpretazione che, non c’è dubbio, è risultata l’ennesima mossa vincente da parte del brand.

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