Al Palazzo Reale di Milano fino al 2 giugno una mostra dedicata ad Antonello da Messina

Gradita ospite di Palazzo Reale a Milano, arriva l’“Annunciata” di Antonello da Messina e vi rimarrà insieme a una ventina di altre opere del maestro quattrocentesco fino al 2 giugno. Inventore del ritratto e protagonista della stagione rinascimentale italiana, che non è soltanto fiorentina e romana, il pittore siciliano approda finalmente con le sue opere nella città meneghina e chissà come ne sarebbe contento Galeazzo Maria Sforza che lo invitò a divenire suo pittore di corte, ma non riuscì a portare a termine il suo progetto. La mostra, frutto della collaborazione fra la Regione Siciliana e il Comune di Milano-Cultura, con la produzione di Palazzo Reale e MondoMostre Skira, curata da Giovanni Carlo Federico Villa, propone anche un’altra opera antonelliana che ha fatto scorrere fiumi d’inchiostro: il “Ritratto d’uomo” conosciuto come “Ritratto di un ignoto marinaio”, che è stato celebrato in un romanzo di Vincenzo Consolo e paragonato, a causa del suo sorriso enigmatico, alla Gioconda. Ma sono tutti ugualmente affascinanti i ritratti esposti, perché sembrano parlare al visitatore, guardandolo negli occhi e sollecitando un muto dialogo, che riporta alla Sicilia medievale, ma anche a Venezia, perché nella città lagunare il pittore lavorò a lungo. Suscitando anche una leggenda: quella di un giovane Giovanni Bellini che si finge semplice gentiluomo della Serenissima per poter frequentare la bottega di Antonello e carpirne i segreti. Affiancano le tavole dipinte molti disegni e taccuini di Giovan Battista Cavalcaselle, uno studioso vissuto nell’Ottocento, che in pochi sanno essere il vero scopritore di Antonello da Messina, il quale, essendo morto non ancora cinquantenne, non produsse molto e ha lasciato solamente 35 opere riconosciute sicuramente di sua mano. L’esposizione si chiude con un dettaglio commovente: una “Madonna con Bambino” di Jacobello, che nel cartiglio si definisce “figlio di un pittore non umano”. E davvero chiunque guardi, per la prima o per l’ennesima volta, l’Annunciata pensa che sia stata dipinta da un essere divino.

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