Un oggetto amatissimo fin dall’antichità, tanto che le vetrine dei musei archeologici sono ricche di preziosi esemplari: stiamo parlando della fibbia (o fibula), un piccolo accessorio indispensabile un tempo per chiudere tuniche e mantelli, oggi per dare il tocco finale a un outfit. La sua evoluzione è raccontata in un libro di Bianca Cappello e Samuele Magri edito da Skira: “Storia della fibbia tra Moda e Gioiello (1700-1950) attraverso la collezione Pennasilico”. Una collezione tra le più importanti al mondo nata dalla passione di Paola ed Enrico Pennasilico, che da un nucleo iniziale di fibbie settecentesche hanno raccolto circa 2000 esemplari a coprire un arco di tempo di due secoli. Se normalmente si pensa alla fibbia da cintura, non bisogna scordare che il prezioso particolare può ornare anche una scarpa, un pantalone, un cappello e, oltre al lato estetico, non si deve trascurare la valenza tecnica di questo dettaglio dell’abbigliamento che nasce pur sempre con uno scopo eminentemente pratico. Significativa la citazione di Christian Dior che introduce il libro: “Il dettaglio è importante quanto lo è l’essenziale. Quando è inadeguato, distrugge l’intera creazione”. Molto documentato e avvincente il testo, ma ragguardevole soprattutto l’apparato iconografico che fa di questa pubblicazione un libro che non può mancare sullo scaffale di amanti della moda, del gioiello e dell’arte.