A Napoli Eden è di scena l’atelier del riciclo

Sarà presentato a settembre al TIFF (Toronto International Film Festival) il film “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella e prodotto da Stanley Isaacs, in cui l’ideatrice Annalaura Di Luggo racconta l’emozionante esperienza di “Napoli Eden”, un progetto artistico culturale reso possibile dal CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio) che ha visto collocarsi in alcune delle più suggestive location del capoluogo partenopeo quattro installazioni in alluminio riciclato. “Non si tratta di aspettare, si tratta di agire – dice Di Luggo – Oggi gli scarti di Napoli diventano arte e moda, quindi fonte di ricchezza per la città”.

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Anna Laura Di Luggo, Graziella Pera e Pier Francesco Pingitore

Dopo le sculture nelle piazze, l’evento è culminato sempre a Napoli, ma fra gli stucchi e gli specchi barocchi di Palazzo Nunziante in una sfilata ribattezzata “Lux” di 22 abiti scultorei realizzati sempre con fogli sottili di alluminio riciclato dalla nota stilista e costumista Graziella Pera in tandem con gli studenti, provenienti da tutto il mondo, dell’Accademia di Belle Arti di via di Ripetta a Roma.

 

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In passerella sfilano virtuosismi magniloquenti degni della vera haute couture più sperimentale con richiami al Settecento e all’Oriente, ma anche al Medioevo. “Dal riciclo alla rinascita –  commenta la stilista e coordinatrice dell’evento di moda Graziella Pera – Ciò che era destinato alla morte, in una discarica o in un magazzino, diventa oggetto di vitalità in un’intelligente e divertente idea di barocco contemporaneo, trasformando tutto in una teatralità che tende ad indicare un cammino di speranza in cui ciò che c’è oggi è una tappa di un itinerarium di rigenerante creatività”. Un momento suggestivo in cui è di scena la bellezza da recuperare. Perché come diceva Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Particolarmente apprezzati nella rosa degli abiti presentati in pedana nell’ambito del “finissage”, capitolo finale di “Napoli Eden” in cui l’alluminio ha vestito i corpi di luce, l’abito fatto di 157 piramidi, l’abito a squame che ricorda la Primavera del Botticelli, quello che evoca la gabbia della crinolina, quello costruito sapientemente con sei ventagli e sei petali e, infine, uno dei più applauditi, la creazione di uno studente francese che con l’alluminio riciclato martellato ha plasmato un abito corazza con corpino serrato da cinghie cucite come un passanastro.

Ogni abito racconta una storia mentre Marinella, partner dell’evento, ha realizzato una cravatta in alluminio riciclato. “Napoli sta vivendo un momento positivo, di piena rinascita e di fermento creativo, l’idea guida di questo mio progetto, sponsorizzato dal CIAL, è restituire la città ai napoletani, grazie a delle provocazioni con le quali il fruitore dell’opera d’arte diventa parte integrante dell’opera medesima, perché l’alluminio in fondo è un elemento di rottura”, conclude Di Luggo.

Enrico Maria Albamonte

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