La 97esima di Pitti Uomo è stata e sarà un’edizione “indimenticabile” per FGF Industry, l’Azienda guidata da Enzo Fusco, cui fanno capo i brand Blauer USA, Ten c, Prince Tees e Blauer HT.
Per due motivi: quest’anno la FGF giunge al suo ventesimo Anniversario, e per celebrarlo ha portato in scena una mostra immersiva, Human Landscapes. Presentata durante la kermesse fiorentina. Occasione in cui i tre grandi protagonisti di questo speciale progetto, il fotografo James Mollison, il curatore Felice Limosani e Blauer USA, e quindi Enzo Fusco, hanno raccontato in prima persona il behind the scenes della mostra.
Di Cinzia Malvini
Intervista a Enzo Fusco, Presidente di FGF Industry e direttore creativo di Blauer USA
C.M.:Enzo Fusco, io partirei da questo importante festeggiamento, dall’America e da questi ritratti americani che rappresentano l’anima di Human Landscapes by Blauer USA. Volevate riportare il vostro Blauer a casa?
E.F.: Sì più che altro abbiamo dato vita ad un progetto che ci ha reso ancora più autentici, dato che il nostro è un marchio vero e realmente americano. Poi, abbiamo avuto anche l’opportunità di sposare questo progetto firmato da James Mollison che, secondo me, più che un fotografo è un artista. Perché è riuscito a trasformare questo servizio fotografico in una meravigliosa storia. Consideriamo che i ragazzi e le ragazze fotografati non sono modelli, sono semplicemente persone “incontrate” per strada. Quindi, in questo modo ha conferito più autenticità al prodotto.
C.M.: L’America on the road è sempre stato il sogno di ogni generazione. Compresa quella attuale.
E.F.: Esatto, e noi abbiamo creato per l’occasione una linea che si chiama proprio “On the road”. Ci auguriamo perciò di fare tanta strada, anche in America.
C.M.: Quali sono i capi che hanno accompagnato questo viaggio?
E.F.: Abbiamo fatto uno studio a seconda della stagione e del Paese in cui ci trovavamo. James è stato capace di farli indossare, come dicevamo, a persone incontrate per strada (che poi sono le stesse che acquistano i nostri articoli) con una semplicità ed una naturalezza incredibili; è riuscito a trasmettere originalità nel prodotto e nella fotografia.
Intervista a Felice Limosani, curatore della mostra Human Landscapes.
C.M.: Felice Limosani, qual è il sentimento che avete voluto raccontare al pubblico attraverso questa mostra?
F.L.: Sicuramente un sentimento umano. Quando mi hanno proposto questo progetto, attraverso gli scatti ho percepito tanta umanità, e così ho deciso di contribuire nel trasmettere questo bel messaggio.
C.M.: Come è nata la mostra e come è arrivato fino a qua?
F.L: James è partito per un vero e proprio “road trip” americano, quello che ognuno sogna prima o poi di vivere in prima persona. E lo ha fatto in modo autentico, da vero artista, ha preso il furgoncino, lo ha fatto diventare uno studio fotografico e ogni volta che vedeva per strada persone per lui “interessanti” si fermava e le fotografava. Io dal canto mio ho cercato di mettere in relazione queste persone con i luoghi in cui vivono. Perché sono assolutamente convinto che il vero concetto di landscape sia legato al dialogo tra il territorio e l’uomo.
C.M.: Che sottofondo musicale avete scelto?
F.L.: Uno dei ragazzi che James ha fotografato ha da sempre il sogno di diventare un musicista, quindi io nel mio piccolo ho voluto contribuire affinché il suo sogno in qualche modo si realizzasse. Per due settimane si è dedicato con grande passione nel suo studio alla colonna sonora della mostra. Ed eccoci qui. Per me Human Landscapes è questo.
Intervista a James Mollison
C.M.: James, quando e dove è iniziato questo tuo viaggio, questo road trip, in America?
J.M.: È iniziato da FGF Industry, a Vicenza, quando mi hanno ospitato per fotografare la collezione. Ho pensato di dar vita a qualcosa che fino ad ora non fosse stato ancora fatto. E mi è sembrato interessante “tornare indietro” e raccontare il DNA americano attraverso quello del brand, Blauer USA. E cosa c’è di più americano di un road trip? Quindi mi è piaciuta l’idea di prendere dei “pezzi” del guardaroba, raggruppare il team e percorrere più di 2000 miglia per immortalare gli uomini e le donne che abbiamo incontrato lungo la strada.
C.M.: Quali sono state le tappe?
J.M.: Siamo partiti dal Texas, poi siamo andati nel Michigan, in California ed infine in Colorado.
C.M.: Con quale modalità è stata fatta la “selezione”?
J.M.: Non ho voluto dei modelli, ma ho deciso di lasciarmi ispirare “dalla strada”. Dai volti delle persone, dal loro spirito. Chi mi ha colpito di più è diventato automaticamente il soggetto dei miei scatti.