Il made in Italy vince sempre

L’energia imprenditoriale, l’abilità nell’aprire 25 monomarca tra Cina e Hong Kong e la capacità di creare un modello di gestione del retail basato sul coordinamento tra l’Italia e la filiale di Hong Kong ha permesso ad a.testoni di essere l’azienda vincitrice del Premio Speciale Hong Kong, il riconoscimento con cui la Cathay Pacific premia ogni anno le migliori imprese italiane attive nel mercato asiatico.

Non solo, la Casa bolognese di calzature ha ottenuto anche il Panda d’Oro, altro importante premio istituito dalla Camera di Commercio italiana in Cina che ha visto candidate aziende come la Ferrero, Banca Intesa e la Fiat. “La nostra storia in questo Paese è cambiata a partire da luglio 2011”, ci spiega l’ad di a. testoni il Dottor Bruno Fantechi, dal 2004 al timone dell’azienda. “Ci siamo riorganizzati, abbiamo cambiato la distribuzione e abbiamo cercato di proporre un modello di retail in cui l’Italia risultasse ben presente sul territorio. Volevamo che il nostro fosse un ruolo da protagonisti, in modo che il nostro brand  potesse arrivare al pubblico in modo diretto. È stata un’operazione importante, che ha significato mettere in discussione tutto il nostro pregresso e per poi riproporsi in maniera nuova. Il Panda d’Oro è il frutto del lavoro fatto dal 2011”.

 

Bruno Fantechi, italo-svizzero, laureato in Economia e Commercio, si è avvicinato alla moda tra calcoli e bilanci nel Gruppo Gucci ed è ben presto rimasto rimasto affascinato da questo mondo. L’arrivo da a.testoni è datato 2004 come Chief Financial Officier, a cui nel 2007 si aggiunge la carica di Chief Executive Officer. Profondo conoscitore dei mercati del Far East, il Dottor Fantechi ha risposto alle domande di Book a proposito di tendenze, nuovi e vecchi mercati e progetti futuri.

Non è semplice prevedere ciò che piacerà al cliente cinese, soprattutto se pensiamo al fatto che spesso è diverso da ciò che piace in Occidente…
Quello che rilevo dalla mia frequentazione ormai decennale della Cina, è una tendenza opposta: un allineamento con i principali trend europei, che si accentua ancora di più con la globalizzazione e Internet. È vero che ci sono delle specificità dovute al clima, ad esempio, o a elementi fisiologici che cambiano in base alle diverse zone geografiche, ma in generale c’è un grande interesse per quello che accade in Occidente. Inoltre, c’è  una differenza a seconda del tipo di cliente. Quelli di fascia alta che hanno la possibilità di viaggiare, andare negli aeroporti, magari in vacanza in Europa sono contaminati da quello che vedono e questo provoca un cambiamento nei loro gusti. Ovviamente questo vale anche al contrario. Così loro sono contaminati da noi e noi lo siamo da loro. Se in passato c’erano dei compartimenti stagni, oggi le barriere sono sempre più labili.

a.testoni è presente con 25 negozi tra Cina e Hong Kong, ci sono progetti di espansione nel retail?
Oltre alla Cina, siamo già presenti  in Giappone con 8 negozi, siamo nel Middle East e negli Stati Uniti… Forse potremmo pensare a Singapore. Quello che conta per noi è cercare di rimanere bilanciati con una buona diversificazione delle aree, senza mai essere essere prevalenti in una soltanto. Questo, perché se adesso è il momento del Far East, prima è stato quello degli Stati Uniti e poi chissà… magari potrebbe essere di nuovo l’Europa. Dunque non si deve mai trascurare una certa regione a favore di un’altra ed è importante mantenere sempre un equilibrio.

Qual è il futuro prossimo di a.testoni?
Il nostro obbiettivo è quello di ottenere una fusione attraverso un prodotto fresco e contemporaneo tra innovazione e tradizione. L’idea è quella di presentare una collezione di calzature da uomo e anche da donna, a cui si vanno ad aggiungere l’abbigliamento e la pelletteria,  in modo da riuscire a proporre all’interno dei nostri monomarca un vero e proprio stile di vita firmato a.testoni: un modo di essere a.testoni sia per l’uomo sia per la donna.