VB_Valentino_Untitled 01

VB_Valentino Rockstud Untitled

Nulla è perfetto, nulla dura e nulla è finito. O quanto meno è così per Vanessa Beecroft, l’artista italiana la cui ossessione del corpo rappresenta il tema portante di tutte le sue opere, chiamata all’appello dal duo alla guida della direzione creativa della maison Valentino, Piccioli-Chiuri, per reinterpretare visivamente la capsule collection Rockstud Untitled. Ad ispirarla è stata la filosofia del Wabi-Sabi, una visione del mondo giapponese, derivante dalla dottrina buddhista dell’anitya (che significa impermanenza), descritta come “bellezza imperfetta, impermanente e incompleta”, per l’appunto. E il risultato sono una serie di polaroid, immagini e video di pezzi unisex e senza tempo, come il trench, la felpa, la camicia bianca e il peacoat, indossati da venticinque uomini e donne, tra cui Emily Mortimer e il marito Alessandro Nivola, e Nicolas Malleville, ed “esposti” attraverso un’opera vivente, VB_Valentino_Untitled 01, nelle aule della New York Academy of Art, l’istituzione fondata nel ’82 da mecenati, studiosi e artisti come Andy Warhol. Filo conduttore l’uniforme dalla simil palette cromatica pensata per valorizzare l’unicità e l’individualità, l’idea della bellezza come diversità.

Come spiegano Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli: “Volevamo rendere unici dei capi unisex, quindi abbiamo lavorato sulla collezione Rockstud Untitled e sull’idea che i segni siano l’elemento che rendono uniche cose e persone. Abbiamo utilizzato le borchie dorate per rendere riconoscibili immediatamente questi capi. Chiedere a Vanessa di interpretare questa nostra idea è stato quasi automatico: nessuno come lei, in maniera estremamente contemporanea e forte, è in grado di fondere, attraverso la sua arte, i concetti di bellezza, realtà, perfezione ed unicità/diversità. Nella sua perdormance, individui diversi, con indosso capi “uniformi”, uniti in un momento condiviso, ma vissuto singolarmente, interpretano la loro personale idea di bellezza. Vorremmo che lo stesso accada a chi indosserà i capi di questa nostra collezione”.

“Non ho mai lavorato prima d’ora sul concetto unisex, tutte le mie opere indagano la distinzione fra i sessi. Collaboro con gruppi di donne, che sembrano identiche da una certa distanza ma che di fatto hanno diverse individualità: donne differenti ma vestite nello stesso modo. Come se indossassero uniformi militari – racconta la Beecroft – Amo la purezza delle creazioni Valentino, l’integrazione fra tecniche artigianali del passato e la visione del presente e del futuro che le caratterizzano. È una sorta di mio sogno personale. È stata una sfida lavorare in così poco tempo su un progetto relativamente “casual” senza elaborare un’imitazione di me stessa. La collaborazione attiva con Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli ha reso possibile questa performance e la ha trasformata in avventura”.

I video e le immagini protagoniste del progetto sono allestite nelle vetrine delle boutique di Milano, Roma, Londra e New York dal 29 aprile 2016.