La storia della bigiotteria italiana in un libro di Bianca Cappello edito da Skira

7. SUV, collier giro#5A5902 8. Collaretta in con#5A5909 12. Fornasetti gemel#5A592B 14. Sharra Pagano pe#5A5944 19. Marina e Susanna#5A5963 2. Gemelli in metall#5A58CESono così belli che c’è chi li preferisce ai gioielli. Sono così seducenti che catturano lo sguardo più di un abito. Sono così perfetti che risolvono un outfit. Stiamo parlando dei bijou, monili che invece di oro e gemme impiegano argento o altri metalli abbinati a pietre semipreziose o addirittura vetro, ma raggiungono risultati estetici di grande impatto. Un libro di recente pubblicazione ricostruisce il percorso di queste incredibili creazioni dall’unità d’Italia fino all’inizio del nuovo millennio: “Storia della bigiotteria italiana”, edito da Skira, autrice Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, docente e curatrice di mostre e seminari su gioielleria e bigiotteria. I capitoli trattano diffusamente i vari periodi storici, raccontando sorprendenti storie, come quelle legate al ventennio fascista, in cui si realizzavano monili di propaganda quali il bracciale formato da francobolli relativi all’impero coloniale, o alla vincita del premio Nobel per la chimica nel 1963 da parte di Giulio Natta che porta a un notevole sviluppo della ricerca sui materiali plastici anche in funzione della bigiotteria. Particolarmente coinvolgente l’apparato iconografico che mostra creazioni splendide, come il collier serpente degli anni Sessanta o la collana corpino formata da perle di vetro trasparente degli inizi del Duemila. Ma ripropone anche diverse copertine di riviste di moda del passato che dimostrano come l’arte della bigiotteria sia sempre stata strettamente legata all’evoluzione del fashion, tanto che spesso collezioni di bijou sono state disegnate dagli stilisti stessi.