Pitti Uomo 94: Herno L.I.B.R.A.R.Y.

Dal 1948 a oggi,  un contenitore di prodotti, di oggetti, di memorie, di arredi, fotografie, amuleti, disegni e progetti, che raccontano una storia, quella di Herno, e che, rivisitati e modificati, aggiornati e integrati, resistono al tempo e continuano a essere la base del successo del brand. 70 anni dalla fondazione e 50 di presenza in Giappone, celebrati con l’istallazione L.I.B.R.A.R.Y. alla stazione Leopolda di Firenze, una raccolta delle “cose” di Herno, per conoscerne passato, presente e futuro, con l’invito del presidente Claudio Marenzi a esplorarla e magari anche a “ribaltarla” questa scatola immaginaria, mischiandone i pezzi, le persone, le immagini, i successi, le aspettative, le salite, le risalite…

L.I.B.R.A.R.Y., acronimo di Let Imagination Break Rules And Reveals Yourself, è un percorso di 100 metri per 8 di altezza attraverso l’archivio del marchio, rivisitato dagli studenti del Polimoda e dell’Osaka Fashion Institute, dalle visioni concettuali dello Studio Azzuro, con la regia di Anomalia Studio e con il soundtrack del maestro Gianandrea Noseda, il tutto sotto l’egida del Comune di Firenze e di Pitti Immagine.

Herno è la quintessenza del fare italiano, del fiuto che scova l’opportunità, che in questo caso risiede nell’acqua del fiume Erno, a Lesa, sulle sponde del Lago Maggiore. Herno è un impermeabile che attraversa i decenni, dal dopoguerra a oggi, rinnovato, presentato in differenti varianti, più o meno lussuose, ecologiche, performanti, tecnologiche o urbane e ora anche concettualizzato all’interno di L.I.B.R.A.R.Y. Dalla fine degli  anni ’50, il marchio aggiunge al suo prodotto cult, anche il capospalla in cashmere double e con esso la sartorialità raggiunge livelli elevatissimi, grazie anche ai lavoratori dell’hub siciliano di Sant’Agata di Militello. Poi, il cappotto in fodera foulard che spopola in Giappone, fino ad arrivare ai giorni nostri con il lancio del piumino ultraleggero di soli 200 grammi e la sua ormai iconica silhouette ad A.

Nell’itinerario di L.I.B.R.A.R.Y. non manca un focus anche sul lato green dell’azienda, che investe milioni in macchinari d’avanguardia, ottenendo l’unico certificato in Europa di Made Green in Italy PEF.

E non finisce qui. Herno non smette mai di guardare avanti ed ecco allora il suo lato tecnologico. La ricerca, la sperimentazione di veri e propri prototipi futuristici trova sempre grande spazio nello stabilimento di Lesa, che per questa speciale occasione si è idealmente trasferito alla stazione Leopolda, mostrando tutto quel mondo che c’è dietro all’iconico “gancio”, simbolo della rinascita del marchio sotto la presidenza di Claudio Marenzi.

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