Yves Saint Laurent, anatomia di un mito

ysl-sfilate-coverysl-pg-42r_ss-1962 S/S 1962

Il volume “Yves Saint Laurent. Haute Couture. Sfilate”, edito da Ippocampo, presenta una straordinaria selezione di immagini tratte dalle sfilate di haute couture di Yves Saint Laurent, genio assoluto e visionario dell’alta moda francese che come ha affermato il suo socio storico e compagno Pierre Bergé: “Ha dato il potere alle donne”.

 

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S/S 1993

Attraverso le pagine di questo sontuoso volume rilegato in rosa possiamo ripercorrere le tappe cruciali della sfolgorante carriera di questo tormentato signore della moda francese che è stato di ispirazione per Jean Paul Gaultier e per tanti altri stilisti delle generazioni successive, fino a Anthony Vaccarello – già stilista di Versus Versace accanto a Donatella Versace – che nell’aprile del 2016 ha assunto le redini della direzione creativa della maison francese dopo Hedi Slimane (a sua volta subentrato a Stefano Pilati), divenuto l’anima creativa del ready-to-wear e degli accessori del blasonato marchio, oggi controllato dal polo del lusso francese Kering. Nella prefazione al libro Suzy Menkes, la decana del giornalismo di moda che descrisse la moda di Yves Saint Laurent con tre parole efficaci: poesia, semplicità e autorevolezza, documenta l’evoluzione dello stile del grande fashion designer di Orano, (1936-2008) la cui vita tempestosa si intrecciava indissolubilmente con le vicende della Francia del secondo dopoguerra fino agli anni ’80 e ’90, delfino di Dior e amico di attrici come Catherine Deneuve che vestì in “Bella di giorno” e “La mia droga si chiama Julie”, di facoltose socialites come Nan Kempner e Mouna Ayoub, di Isabelle Adjani che vestì per il film “Subway” e di Zizi Jeanmaire, grande ballerina e moglie del coreografo Roland Petit. Il volume, che attinge al ricchissimo archivio fotografico della Fondation Saint Laurent, ripercorre in 1000 immagini la parabola creativa dello stilista dal 1962, anno del suo debutto con la linea eponima, fino al 2002, con la grandiosa sfilata retrospettiva di 300 modelli, summa del lavoro del grande artista-demiurgo dell’alta moda che si svolse al Centre Pompidou.

 

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S/S 1978

Decenni prima di Armani, Saint Laurent riuscì a intuire la direzione che la moda avrebbe seguito negli anni a venire, trasponendo i pilastri del guardaroba maschile nella moda per lei: blazer, peacoat, sahariana, smoking, tailleur pantalone, trench in ciré o in pelle. Celebrò la contaminazione fra la moda e la strada e fra lo stile aulico della couture tradizionale e lo spirito folk della rivoluzione sessantottina, presentando lo stile russo d’antan di matrice rétro nella collezione “Ballets russes” del 1977, lo stesso anno in cui lanciò il profumo “Opium”, destinato a destare subito scalpore. La passione per l’esotismo che lo ammaliava letteralmente, al punto da convincerlo a insediare il suo buen retiro nella villa Majorelle a Marrakech, lo portava verso terre lontane come l’Africa, l’India o la Cina. Fra le sue fonti d’ispirazione, oltre alle opere degli artisti più famosi (Warhol, Picasso, Braque, Léger, Diaghilev, Van Gogh, Mondrian, Klee, gli impressionisti, Velazquez), ci fu la Recherche di Marcel Proust, di cui condivideva il talento narrativo, la malinconica sensibilità e l’amore per il colore azzurro. Divenne subito famoso per il rigoroso nitore delle sue creazioni aristocratiche che si combinava, in un mix esplosivo, con il coup de théâtre delle mise più eclatanti e magniloquenti, come i fastosi abiti da gran sera e le robe de mariage in rosso, nero o in lamé oro, toilette sontuose impreziosite da pizzi rebrodé o Marescot, volant, balze, bouillonnage e da opulenti ricami spesso eseguiti a mano da Lesage, il prestigioso e richiestissimo maître brodeur dell’alta moda francese. Celebre la giacca gioiello in oro e cristalli ispirata alla Galleria degli specchi di Versailles e famose le cappe decorate da ricami a tema.

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F/W 1983-84

Per chi non conoscesse l’iter creativo di Saint Laurent o per chi volesse fare un ripasso, questo pregiato volume offre l’opportunità di approfondire, con esaustive schede tecniche, l’evoluzione del suo stile passando in rassegna le più belle collezioni attaverso le immagini delle sue modelle predilette: da Amalia Vairelli a Mounia, da Kirat a Dalma passando per Naomi Campbell, fino a Claudia Schiffer e Laetitia Casta. Senza dimenticare le sue icone di sempre, Loulou de la Falaise e Betty Catroux, che lo coadiuvavano in atelier. Diceva lapidario il grande creatore: “La moda non è arte, ma ha bisogno di un artista per esistere”.

Enrico Maria Albamonte

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The Farewell Show