Le visioni di Max Ernst a Palazzo Reale a Milano fino al 26 febbraio

È la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese: in programma fino al 26 febbraio 2023 a Palazzo Reale a Milano, è promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, che ne edita anche il catalogo, in collaborazione con Madeinart, e curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech. Oltre 400 sono le opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da un’ottantina tra musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero, tra i quali, solo per citarne alcuni: la GAM di Torino, la Peggy Guggenheim Collection e il Museo di Ca’ Pesaro di Venezia, la Tate Gallery di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Cantini di Marsiglia, i Musei Statali e la Fondazione Arp di Berlino, la Fondazione Beyeler di Basilea, il Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid. Il percorso dell’esposizione, oltre a mostrare opere che in qualche caso non sono visibili al pubblico da decenni, illustra anche le vicende biografiche dell’artista, che ebbe una vita molto intensa e travagliata, tra persecuzioni in epoca nazista, essendo considerato uno dei rappresentanti della cosiddetta “arte degenerata”, e relazioni sentimentali con donne importanti anche per la sua attività artistica, a cominciare da Peggy Guggenheim, che fu sua moglie per un breve periodo. O la sua Musa Gala, moglie del poeta Paul Éluard, con la quale Ernst visse un ménage a trois nella casa di Eaubonne, che lui stesso affrescò e della quale in mostra si può ammirare una ricostruzione, integrata con frammenti originali. L’evoluzione artistica e intellettuale di Ernst si intreccia con gli eventi storici che hanno attraversato il Novecento: per esempio, il dipinto intitolato (provocatoriamente e ironicamente come spesso le sue opere) “L’angelo del focolare” è una rappresentazione della Germania di Hitler che sta per ghermire con i suoi artigli l’intera Europa. Questa mostra antologica sottolinea la vastità delle conoscenze e degli interessi dell’autore tedesco, precursore di tecniche che sarebbero state sviluppate successivamente quali frottage, grattage, decalcomania e dripping, studioso di alchimia e persino di magia, inventore di una crittografia che spesso utilizzava nei suoi scritti, dedito anche all’attività di orafo nella creazione di sculture e gioielli. Può essere considerato un umanista in senso neorinascimentale, ma sfugge in realtà a qualsiasi definizione. Se André Chastel affermava di rinvenire in Ernst una sorta di “reincarnazione di quegli autori renani di diavolerie tipo Bosch”, Marcel Duchamp vi aveva rintracciato “un inventario completo delle diverse epoche del Surrealismo”. Vista la complessità delle tematiche trattate, gli organizzatori hanno pensato di offrire ai visitatori la possibilità di ritornare a vedere la mostra più di una volta usufruendo di un biglietto a tariffa scontata.

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