Segantini – Milano, Palazzo Reale, fino al 18 gennaio 2015

Ritorno a Milano: è il titolo della mostra monografica dedicata a Giovanni Segantini a Palazzo Reale fino al 18 gennaio 2015, in collaborazione con Skira editore e Fondazione Antonio Mazzotta, a cura di Annie-Paule Quinsac, la maggior esperta del pittore, e Diana Segantini, pronipote dell’artista. Non è noto a tutti, infatti, che Segantini, nato in Trentino quando era ancora territorio austriaco e trasferitosi in Svizzera, trascorse ben 17 anni nel capoluogo lombardo, che rimase sempre punto di riferimento artistico e intellettuale per tutto il corso della sua vita. Purtroppo molto breve: infatti, morì a soli 41 anni per un attacco di peritonite che non poté essere curato adeguatamente poiché lo colse in una baita sui monti della sua amata Engadina. Ma nonostante la prematura scomparsa Segantini è stata una figura fondamentale per la storia dell’arte, un pittore dell’Ottocento che ha anticipato il secolo successivo, il punto di contatto e di svolta tra Scapigliatura, Divisionismo e Simbolismo. L’esposizione, che rientra nel vasto programma organizzato dal comune di Milano in vista dell’Expo2015, presenta oltre 120 opere, tra quadri e disegni, lungo un percorso diviso per tematiche: dai ritratti, tra i quali si deve citare anche il celebre autoritratto che lo rappresenta come un moderno Cristo, alle nature morte, compresa quella che ricorda il canestro di frutta del Caravaggio, dalla rappresentazione della natura e della vita dei campi, con le sue mandrie e greggi al pascolo in paesaggi dalla serena bellezza, fino alla raffigurazione della maternità, in cui spesso l’artista accosta la contadina che allatta il suo bimbo alla mucca o alla pecora che hanno appena partorito. Le opere esposte provengono, oltre che da collezioni private e da musei milanesi, da raccolte di tutto il mondo – dal Museo Segantini di St. Moritz al Museo d’arte dei Grigioni di Coira, dai musei di Berna e Zurigo all’Albertina di Vienna, dal Museo d’arte di Budapest a quello di Praga, da Dublino a Minneapolis, da Genova a Rovereto e Trento – che hanno permesso di allestire un’esposizione esaustiva su Giovanni Segantini come mai era stato possibile realizzare e per la cui importanza, infatti, è giunto anche il riconoscimento dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Un omaggio doveroso a uno dei grandi dell’arte italiana, curiosamente stimatissimo e remuneratissimo in vita e disconosciuto dopo la morte, anche a causa dell’isolamento culturale dell’Italia durante il Fascismo e dell’ostracismo da parte dei Futuristi, e rivalutato soltanto a metà del Novecento. Ma forse ancora non conosciuto in tutte le sue sfaccettature al vasto pubblico, che se visiterà la mostra di Palazzo Reale scoprirà in Segantini non soltanto il pittore dei paesaggi alpini con immagini di bovini e ovini, ma anche l’abilissimo autore di disegni del corpo umano, di paesaggi urbani come i navigli milanesi e anche di raffigurazioni oniriche ispirate a Nietzsche o alla Bibbia.