6 mostre da non perdere

LEONARDO

Quando: dal 16 aprile al 19 luglio 2015

Dove: Palazzo Reale, Milano

Ancora per pochissimi giorni, a Palazzo Reale sarà allestita la più importante mostra monografica mai organizzata in Italia ed è dedicata al genio di tutti i tempi, Leonardo Da Vinci. Promossa dal Comune di Milano e ideata e prodotta da Palazzo Reale e Skira editore, si divide in dodoci sezioni, ognuna delle quali esibiranno i suoi codici originali, oltre cento disegni autografi (di cui circa trenta dal celeberrimo “Codice Atlantico”) e una serie di opere d’arte, tra cui manoscritti, disegni, sculture, uncunaboli e cinquecentine provenienti dai più celebri Musei e Biblioteche del mondo.

JEFF KOONS: A RETROSPECTIVE

Quando: dal 9 giugno al 27 settembre 2015

Dove: Guggenheim Museum Bilbao

Manie di grandezza, proporzioni esagerate, prezzi stratosferici e attenzione mediatica senza precedenti: Jeff Koons, il re dell’oltre misura fa tappa al Guggenheim Museum di Bilbao, con una retrospettiva ideata dal Whitney Museum of America Art di New York, in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi. In mostra, tre decadi di carriera per oltre 120 opere che ne ripercorrono la storia in proporzioni più che mai over. Dagli esordi nel 1970 al successo series degli anni Ottanta, fino all’epocale CELEBRATION concepita tra il 1994 e il 2000, come un estendersi oltre il limite (vedi il cagnolino palloncino in acciaio inox specchiato) per raccontare le tappe della storia dell’uomo e soprattutto per mandare un sorriso al figlio lontano. “Mi piace credere che il mio lavoro sia connesso all’espansione delle possibilità dell’osservatore. Così, di fronte a un’opera, potresti avere una sensazione di accrescimento e, insieme, di entusiasmo, di eccitazione fisica e di stimolazione intellettuale. Sta qui il significato di espansione. Questo è quello che l’arte mette in moto. E il tutto avviene all’interno di chi guarda”, J.K..

SERIAL CLASSIC

Quando: dal 9 maggio al 24 agosto 2015

Dove: Fondazione Prada

Co-curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola, la mostra è dedicata alla scultura classica e, nello specifico, mette in risalto il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca. Con più di 60 opere la retrospettiva parte proprio dall’ approfondimento sugli originali perduti e loro copie multiple, rappresentate da due serie particolarmente note: il Discobolo e la Venere accovacciata.
Una speciale attenzione è dedicata anche ai temi dei materiali e del colore dei bronzi e dei marmi classici (un esempio è l’Apollo di Kassel, riproposto in due recenti calchi di gesso che riproducono la superficie bronzea dell’originale greco e la coloritura delle copie romane in marmo), oltre che alle tecnologie e alle modalità impiegate nella realizzazione delle copie, mostrando due fasi in particolare: la creazione del calco in gesso e il trasferimento delle misure sul nuovo blocco di marmo. Esposte, inoltre, la Penelope e le Cariatidi sul prototipo dell’Eretteo di Atene.

ART & FOODS

Quando: dal 10 aprile al 1 novembre 2015

Dove: Triennale di Milano

7000 metri quadrati, la superficie della Triennale, tra spazi interni ed esterni, dedicati alla multiforme relazione tra le arti e il cibo. Arts & Foods, infatti, metterà a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno della prima Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, al rituale della nutrizione e al convivio. A cura di Germano Celant, la retrospettiva si è affidata allo Studio Italo Rota per l’allestimento, che vede protagonisti strumenti di cucina, una tavola imbandita, un picnic, così come delle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti, oltre che mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio, dalla progettazione e presentazione di edifici dedicati ai suoi rituali e alla sua produzione. “La Triennale di Milano è l’unica istituzione italiana che tratta le arti visive e applicate in modo multidisciplinare. Pertanto è stato naturale accogliere la proposta di Expo di produrre e realizzare la mostra “Arts & Foods” e la VIII edizione del Triennale Design Museum dedicata al tema così necessario come quello di Expo. Infatti, con Silvana Annicchiarico direttore del Triennale Design Museum, abbiamo chiesto a Germano Celant insieme a Italo Rota di creare e progettare “Cucina & Ultracorpi”. Siamo sicuri che avremo un ottimo risultato sotto tutti i profili”, Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano.

HERB RITTS

Quando: dal 14 marzo al 8 novembre 2015

Dove: Museum of Fine Arts di Boston

In un’afosa giornata del 1978, durante una gita nel deserto di San Bernardino in compagnia dell’amico, il giovane e allora semi sconosciuto, Richard Gere, una ruota dell’automobile si fora, improvisto che costringe la coppia a fermarsi in una stazione di servizio. In canottiera bianca, jeans e sigaretta, Richard Gere sostituisce la ruota mentre Herb Ritts, allora ventiseienne, inizia a scattare alcune foto. Immagini che passano alla storia, nate come ricordo della disavventura, segneranno l’inizio di una nuova straordinaria vita, diventando gli scatti che, due anni più tardi, promuoveranno il film American Gigolò, oltre a diventare le protagoniste delle cover di magazine internazionali. Inutile ricordare tutte le successive innumerevoli collaborazioni che hanno portato Ritts all’apice del meritato successo. A farlo è il Museum of Fine Arts di Boston, che fino all’8 novembre celebra nelle sue molteplici sfaccettature lui, il genio della macchina fotografica, ritrattista d’eccezione, uomo dalla carica inesauribile, mettendo in mostra i suoi scatti più rappresentativi: da quelli che ritraggono Naomi Campbell, Linda Evangelista, Tatjana Patitz, Claudia Shiffer, Stephanie Seymour, Milla Jovovich, Helena Christensen, Kate Moss ed Esther Canadas (modelle da lui scoperte) alle tante campagne pubblicitarie, fino alle collaborazioni con artisti quali Andy Warhol, Billy Idol, Prince e Madonna.

CHINA: THROUGH THE LOOKING GLASS

Quando: dal 7 maggio al 16 agosto 2016

Dove: The Metropolitan Museum of Art di New York

È difficile ripercorrere passo dopo passo, collezione dopo collezione, quell’attrazione fatale che la Cina, già in tempi non sospetti, prima di diventare il “Dragone” – una delle più forti potenze economiche al mondo – ha saputo esercitare sui più celebri designer e creativi occidentali. Abiti, accessori, dettagli e atmosfere che sulle patinate passerelle della moda parigina, milanese, newyorkese e londinese diventavano cartoline d’epoca, viaggi lontani verso Shanghai, Hong Kong e Pechino. A ricostruire il complesso, quanto prolifico, dialogo creativo tra Oriente e Occidente è la mostra China: Through the Looking Glass ospitata al Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, dal 7 maggio al 16 agosto 2015. Centotrenta le creazioni esposte, tra abiti di haute couture e prêt-à-porter, ognuna affiancata da gioielli, porcellane e reperti storici cinesi, dall’epoca imperiale fino ai nostri giorni. Moda, arte, cinema, cultura e storia unite dal fil rouge della creatività. Indimenticabili capolavori, come l’abito disegnato da Tom Ford nel 2004 per Yves Saint Laurent, ispirato al capo indossato dall’ultimo imperatore Pu Yi, o quello del 2005 firmato Roberto Cavalli, influenzato dai colori e dalle decorazioni delle porcellane cinesi del XV secolo. Una mostra evento e un’occasione preziosa per ammirare da vicino abiti da cocktail, come il “Quiproquo” di Christian Dior del 1951 con pittogrammi impressi lungo l’intera silhouette o il dinner dress di Ralph Lauren (A/I 11-12) con la schiena messa in luce da un maestoso dragone. Innumerevoli poi i rimandi ai più celebri cineasti orientali, Zhang Yimou, Chen Kaige, Wong Kar-wai e Ang Lee, quest’ultimo vincitore nel 2007 del Leone d’oro a Venezia per la pellicola (dai costumi strepitosi) Lussuria – Seduzione e tradimento ambientata nella Shanghai degli anni ’40. L’itinerario verso Oriente prosegue poi all’interno degli spazi del museo newyorkese attraverso celebri women of style cinesi, da Madame Wellington Koo a Soong May-ling, emblema ancora oggi per molti di stile, fascino e grazia.